LINGUA, COMUNICAZIONE, CULTURA. Operazioni per la produzione del testo scritto (griglia per la valutazione). Settimanale laLettura: occasione e sintesi del contenuto (con l'utillizzo di titolo, occhiello e sommario) di un articolo a scelta [ iniziazione, piccole patrie. inquinamento del acque (caso Veneto)... ]. La 'costruzione' della prima pagina del quotidiano (p. 138); scritture di sintesi: titolo, occhiello, sommario; tipi di articoli: commento, nota politica, corrispondenza, servizio, reportage, soffietto, coccodrillo; espressioni del gergo giornalistico: canard, bufala, pesce, passerotto (p. 139). La rassegna stampa radiofonica, Prima pagina su radio 3 (qui in podcast). La scrittura documentata e il saggio breve (B., pp. 168-169). Esercizio propedeutico sul lavoro minorile.
LA POESIA RELIGIOSA DEL DUE-TRECENTO E LA COMMEDIA DI DANTE I primi documenti di volgare italiano (pp. 40-44). Il volgare umbro nelle Laudes Creaturarum o Cantico di frate sole di SAN FRANCESCO (pp. 80-83, 87-88); i lasciti del latino nella grafia e nella preposizione cum (p. 87). Parafrasi e interpretazione del testo (pp. 80-83). Confronto con O Segnor, per cortesia di JACOPONE DA TODI riguardo al tema della fisicità (10 righe); in che senso Jacopone mostra qui un atteggiamento mistico? La visione del mondo e l'mmaginario: spazio e tempo, interpretazione simbolica della natura, interpretazione allegorica dei testi e concezione figurale della storia; bestiari, lapidari, erbari nella letteratura e nelle arti figurative (pp. 13-16, 281-283 e qui anche per l'etimologia della parola 'simbolo'). D A N T E: vita (pp. 190-194). Il tema del viaggio: l'oltretomba e il mondo terreno (279-281). L'Inferno (pp. 294-295), canto I (lettura Benigni): utilizzando la parafrasi fornita, riassumi le cinque sequenze corrispondenti ai vv. 1-12, 13-60, 61-90, 91-111, 112-136; riassumi l'analisi del testo; leggi la parafrasi fornita confrontandola col testo, specie per le parole in grassetto; allegoria generale del poema (intenzione comunicativa) e riass. canto II (con commento del 'passaggio' argomentativo "Io non Enea, io non Paulo sono"); canto III lettura Gassman; riassunto per sequenze e parafrasi, analisi del testo; canto IV, canto V (dal giudizio di Minosse al giorno del Giudizio Universale: il Dies irae di Tommaso da Celano); canto VI (analisi del testo; intertestualità: Alberto Martini illustratore della Commedia); canto X (parafrasi, riassunto per sequenze, commento); ► canto XIII (riassunto e parafrasi, analisi del testo)
LA POESIA LIRICA DAI PROVENZALI A PETRARCA. Cultura 'cortese' e 'cavalleresca' omogenea alla società feudale francese; due letterature parallele (pp. 44-46). ANDREA CAPPELLANO, De amore (pp. 52-54). La poesia provenzale (pp. 59-60). BERNART DE VENTADORN, Quando vedo l'allodoletta muovere (pp. 61-63). La SCUOLA SICILIANA: tempo, luoghi, figure sociali, canone lirico, aspetti metrici (pp. 105-109); GIACOMO DA LENTINI, Meravigliosamente; [ CIELO D'ALCAMO, Contrasto (pp. 115-120)]. DOLCE STIL NOVO (p. 127; temi,stile e cfr. con i Siciliani a p. 129): GUINIZZELLI, Al cor gentile rempaira sempre amore (sintesi in stile nominale stanza per stanza: mappa), Io voglio del ver la mia donna laudare (pp. 130-131); CAVALCANTI, Voi che per li occhi mi passaste 'l core (pp. 141-143); DANTE, Vita nuova ( pp. 197-198, 200), In quella parte del libro de la mia memoria (pp. 202-203), Nove fiate già appresso lo mio nascimento (pp. 204-207), Tanto gentile e tanto onesta pare (pp. 216-220). P E T R A R C A: la vita (pp. 584-587), la formazione e il rapporto con la classicità (pp. 588-589), Epistola sull'ascensione al Monte Ventoso (pp. 591-594), Il Secretum (pp. 600-607), Il Canzoniere (p. 616), Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono (pp. 619-622), Pace non trovo e non ho da far guerra, Cameretta che già fosti un porto, Solo e pensoso i più deserti campi, Chiare, fresche et dolci acque (parafrasi, analisi del testo manuale).
IL GENERE NARRATIVO. GIOVANNI BOCCACCIO, Decameron (mappa concettuale e sintesi alle pp. 553-554); novelle: di Ciappelletto (pp. 414-427), di Chichibio e la gru (pp. 500-503), di frate Cipolla (pp. 504-511), di Tancredi e Ghismunda (pp. 459-468), di Lisabetta da Messina (pp. 469-474), dell'usignolo (pp. 476-481), di Nastagio degli Onesti (pp. 481-488). Intertestualità: PASOLINI, Decameron (novella di Andreuccio da Perugia); PASSAVANTI, Specchio di vera penitenza (exemplum del carbonaio di Niversa); BOTTICELLI, pannelli ad illustrazione della novella di Nastagio degli Onesti (p. 488).
UMANESIMO, RINASCIMENTO Il primo termine: da studia humanitatis ("Si chiamano 'studi di umanità' perché formano l'uomo completo", scrive l'umanista Leonardo Bruni) e sono le discipline ancora oggi chiamate umanistiche: con queste i classici latini e greci avevano elaborato un ideale di uomo completo nelle sue virtù e nei suoi doveri, anche civili, nella bellezza del corpo oltre che dello spirito, nella libertà e insieme nella considerazione dell'altro, teso a essere artefice del proprio destino: coltivare ed emulare, dunque, questo lascito, partendo dalla filologia (con cui si cerca il recupero dei classici spogliati dall'interpretazione allegorica medievale, in funzione di 'continuità'; vedi LORENZO VALLA, p. 36), consapevoli della distanza da quel mondo; il secondo termine, coniato da Giorgio Vasari nel 1550, "indica, insieme, la rinascita degli studi classici e l'inizio di un'epoca nuova dopo i 'secoli bui' dell'età di mezzo". Nel concetto di humanitas (vedi qui la sua storia - in part. a p. 7 il ruolo della Pro Archia) troviamo innanzitutto la dignità e l'eccellenza dell'uomo, posto al centro del cosmo, come ci dice PICO DELLA MIRANDOLA nell'orazione De hominis dignitate (p. 35 ) e come ci mostra GIANNOZZO MANETTI, nel suo trattato De dignitate et excellentia hominis (p.36) relativamente alla sua stessa fisicità. Quello della TRATTATISTICA, spesso in forma dialogica, è il genere più rappresentativo della letteratura umanistico-rinascimentale, proprio perché occorreva elaborare questo modello umano 'a tutto tondo' (pp. 139-140). Nella sua forma in volgare il genere è inaugurato da LEON BATTISTA ALBERTI (pp. 34-35 e qui) con I libri della famiglia (...se l'uomo è 'al centro', come e quanto, di fatto, può essere faber fortunae suae? Quanto possono rispettivamente virtù e fortuna?). Tra i numerosi altri, compresi quelli sulla lingua (importanti), ci sono i trattati politici: dagli specula principis medievali a quelli umanistici, al Principe di MACHIAVELLI: vita (pp. 181-182; cfr. vita Ariosto), struttura e contenuti (pp. 241-242), la verità effettuale (pp. 263-266); la golpe e il lione (pp. 269-273); virtù e fortuna (pp. 277-283); il fiorentino vivo di Machiavelli e la 'questione della lingua' (pp. 267-268). Altro modello di intellettuale, rispetto a Machiavelli, l'intellettuale cortigiano: vita di LUDOVICO ARIOSTO (pp. 331-333; cfr. vita Machiavelli); la tradizione cavalleresca sino al Furioso (pp. 348-351), la struttura (pp. 352-353), il proemio (pp. 362-366), il primo canto (pp. 367-377).
Letture estive: Italo Calvino racconta l'Orlando furioso e, sempre di Calvino, Il castello dei destini incrociati
Il castello come tòpos letterario: luogo complesso, misterioso, sinistro, incantato, sfuggente, sospeso / sede del potere inattingibile, dell'intrigo, dell'autorità cupa e minacciosa... Dal castello fatato della tradizione arturiana al castello di Atlante, a quello dei destini incrociati. ►Sintesi del contenuto di due storie dal Castello e i due capitoli di Calvino racconta dedicati ad Atlante più uno a scelta
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