Cosa visitare

  1. Palazzo Ducale
  2. Palazzo Te
  3. Castello di San Giorgio
  4. Basilica di Sant’Andrea
  5. Rotonda San Lorenzo
  6. Pizza Sordello e Duomo di Mantova
  7. Piazza Erbe
  8. Tempio San Sebastiano
  9. Palazzo del Podestà
  10. Edicola in stile Liberty
  11. Domus romana in Piazza Sordello
  12. Casa di Rigoletto
  13. Torre dell’Orologio
  14. Teatro Bibiena
  15. Casa del Mercante
  16. Teatro Sociale
  17. La casa del Mantegna
  18. La casa di Giulio Romano
  19. Le Torri di Mantova
  20. Piazza Virgiliana e la statua di Virgilio
  21. La casa di Sparafucile
  22. Arengario e Palazzo del Massaro
  23. Palazzo San Sebastiano
  24. Sottoportico dei Lattonai


  1. Palazzo Ducale
  2. foto parete camera degli sposi Nelle oltre 500 stanze che formano il Palazzo Ducale di Mantova, la famiglia Gonzaga visse e governò dal 1328 al 1707, cioè fino a quando il duca Ferdinando Carlo fu costretto all’esilio. Questa Reggia è il risultato della fusione cinquecentesca di più edifici disposti tra il Lago Inferiore e Piazza Sordello. Il nucleo originario è composto da: il Palazzo del Capitano e la Magna Domus edificati dalla famiglia Bonacolsi. Con l’arrivo dei Gonzaga questi edifici si integrarono con nuove costruzioni, fino a formare la Corte Vecchia. Qui, tra cortili, giardini, stanze, è da non perdere il ciclo di affreschi che il Pisanello dipinse per volere di Gianfrancesco Gonzaga. Nel 500 si aggiunge alla Corte Vecchia il Castello di San Giorgio dove si trova la celebre Camera degli Sposi di Andrea Mantegna. Dal 1480, addossata alla Corte Vecchia viene edificata la Domus Nova e il Palazzo Ducale prende l’aspetto definitivo che ha oggi. Purtroppo della sontuosità degli interni resta ben poco: con la fine delle fortune familiari, i Gonzaga furono costretti a vendere opere e arredi. Il resto lo fecero le armate napoleoniche in Italia. Ancora visibile, per fortuna, la Famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità di Rubens.


  3. Palazzo Te

  4. Il nome di Palazzo Te deriva dal nome di un’isola, chiamata Teieto, poco distante da quella più grande e su cui sorse poi Mantova.
    Agli inizi del 1500 Francesco Gonzaga fece costruire una piccola casa padronale e delle stalle per godersi la tranquillità dell’isola. Fu solo nel 1524, quando Federico II Gonzaga si entusiasmò per un progetto di Giulio Romano, che iniziò la costruzione del Palazzo Te così come lo vediamo oggi. Romano era stato il migliore allievo di Raffaello e come scrisse poi il Vasari, era un artista che progettava “non abitazioni di uomini, ma case degli Dei”. Il Palazzo è ovviamente splendido: dalle facciate, all’esedra, alle infinite sale che si susseguono in una stupefacente sequenza di simboli e riferimenti alla vita dei Gonzaga e alla politica del tempo. Il culmine artistico si raggiunge nella Camera dei Giganti, un ciclo pittorico che per bravura tecnica e capacità innovativa è stato per molto tempo ineguagliato. L’affresco riprende il momento in cui Giove punisce i giganti per il loro tentativo di sostituirsi agli dei. Giulio Romano riesce a catapultare chi osserva nel centro della battaglia, grazie a una tecnica prospettica ottenuta dipingendo l’intera parete, dal pavimento al soffitto.


  5. Castello di San Giorgio
  6. foto castello di San Giorgio Nel Castello di San Giorgio si trova la più importante opera d’arte di Mantova: è la camera picta o Camera degli Sposi dipinta dal Mantegna dal 1465 al 1474. Grazie ad un’abile divisione degli spazi e all’uso eccezionale della prospettiva, Mantegna riesce a trasformare le pareti in uno spazio in cui entrano in scena i personaggi della Famiglia Gonzaga. foto soffitto camera degli sposi
    Nella prima parete ("della corte"), sono ritratti tutti i componenti della famiglia Gonzaga: il marchese Ludovico II e la moglie Barbara di Brandeburgo sono circondati dai figli e dai familiari. Ludovico, girato verso il segretario Raimondo dei Lupi, riceve una lettera mentre la piccola Paola porge una mela alla madre. Da notare il cane Rubino e la nana che guarda verso lo spettatore. La seconda scena (detta “dell’incontro”) è la celebrazione della linea dinastica: qui Ludovico II Gonzaga si trova al cospetto del figlio Francesco, nominato cardinale, che tiene per mano il fratello Ludovico che, a sua volta, dà la mano al nipote Sigismondo. Sullo sfondo c’è Roma. Una curiosità: sono presenti tre firme di Mantegna, la prima sopra la porta, in una targa tenuta da putti alati, la seconda proprio accanto, sul pilastro, dove l’artista si raffigura come una sorta di fiore e la terza nelle nuvole a sinistra nella volta.


  7. Basilica di Sant’Andrea
  8. foto basilica di sant'Andrea Secondo la tradizione, nella Chiesa di Sant’Andrea, è custodita la terra con il sangue di Cristo che Longino, il centurione romano che gli trafisse il costato, raccolse ai piedi della Croce.
    Longino alla sua morte (37 d.C) sotterrò la reliquia per evitare che andasse dispersa. Per circa 800 anni se ne persero le tracce e fu Sant’Andrea a indicare dove ritrovare la prima urna. Con questa scoperta, Mantova diventa sede vescovile e viene costruita una piccola chiesa in onore dell’Apostolo Andrea. Nel 1048 avviene il secondo ritrovamento della reliquia e delle ossa di S. Longino, a cui è dedicata una cappella. La chiesa venne infine ristrutturata definitivamente a partire dal 1472, su progetto di Leon Battista Alberti, anche se la morte dell’artista e i successivi stravolgimenti ne hanno alterato l’impianto rinascimentale. La cripta conserva, con un sofisticato meccanismo a 12 chiavi, le reliquie che vengono tirate fuori solo il venerdì santo.


  9. Rotonda San Lorenzo
  10. foto rotonda di San Lorenzo La Rotonda di San Lorenzo è la chiesa più antica di Mantova. Costruita ad immagine della Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme è a pianta centrale con un matroneo nella parte superiore.
    L’interno è a navata unica, con la parte centrale preceduta da un deambulatorio con otto colonne. La chiesa era completamente affrescata ma le vicissitudini che ha attraversato durante i secoli hanno lasciato solo resti di affreschi, tra cui un “San Lorenzo sulla graticola”. Usata come magazzino e poi cortile, fu riconsacrata nel 1926 e riportata all’antico splendore demolendo le case che ne ostruivano la vista.


  11. Pizza Sordello e Duomo di Mantova
  12. foto Duomo La piazza più grande ed importante di Mantova è dedicata al poeta trovatore Sordello ma per secoli si è chiamata Piazza San Pietro. Piccolo gioiello di armonia, Piazza Sordello è il luogo dove Mantova è stata fondata e in cui la bellezza della città lombarda trova la sua sintesi migliore.
    Il Duomo è la chiesa più importante della città, anche se non bella quanto la vicina Sant’Andrea. All’interno sono seppelliti i più importanti membri della famiglia Gonzaga. Accanto al Duomo c’è la Torre che si trova in fondo alla piazza, mentre da sinistra si susseguono il Palazzo Vescovile, Palazzo degli Uberti col suggestivo vicolo Bonacolsi, Palazzo Castiglioni e il Palazzo Acerbi con la Torre della Gabbia. Dall’altro lato della piazza si stagliano le suggestive sagome del Palazzo del Capitano e della Magna Domus, nucleo originari del Palazzo Ducale.


  13. Piazza Erbe
  14. foto piazza Erbe Come accade per molte città venete e lombarde, anche a Mantova, il nome di Piazza delle Erbe indica la secolare funzione di luogo commerciale della città, in particolare di mercato di frutta e verdura.
    Oggi sono le botteghe sotto ai portici, i tavolini dei bar e quelli dei ristoranti a caratterizzare il cuore commerciale e turistico di Mantova. Partendo dalla Rotonda di San Lorenzo, nell’estremo angolo a destra c’è la Casa del Mercante mentre a sinistra della Rotonda si eleva la Torre dell’Orologio astronomico (1473) e accanto il Palazzo della Ragione. La piazza si chiude con il Palazzo del Podestà, detto anche “Palazzo del Broletto” (1227). Sul lato posteriore c’è una statua duecentesca di Virgilio in cattedra.


  15. Tempio San Sebastiano
  16. foto tempio di san Sebastiano La storia della chiesa di San Sebastiano, costruita da Leon Battista Alberti per commissione del marchese Ludovico II Gonzaga a partire dal 1460, è decisamente complessa ed incerta tanto è vero che non sappiamo quali furono i reali motivi che spinsero il marchese a decidere di edificare il tempio e all'estrema periferia meridionale della città; la stessa destinazione è dubbia, forse doveva diventare il nuovo sepolcro di famiglia dei Gonzaga.
    Nelle intenzioni dell'Alberti il tempio presentava una pianta centrale, formata da una croce greca inscritta in un quadrato con tre absidi semicircolari; i quattro bracci dovevano essere coperti con volte a botte. L'impianto planimetrico si ripete in modo speculare nella chiesa inferiore, che ha un accesso indipendente rispetto all'aula superiore.
    Durante il restauro eseguito tra il 1922 e il 1925, si decise di trasformare l'edificio, da tempio abbandonato, in sacrario ai caduti, alterandone profondamente la struttura, dato che furono modificate le aperture, si procedette al rifacimento della volta sostituendone i pilastri e le basi che la sostenevano, ma soprattutto per l'aggiunta impropria delle due scalinate di accesso in facciata; la scala antica, infatti, tuttora esistente e risalente alla fine del Quattrocento, è posta all'interno di una loggia, sul lato sinistro del portico; e lì, in corrispondenza con le testate laterali del pronao, probabilmente Leon Battista Alberti aveva immaginato le due rampe d'ingresso al suo tempio.


  17. Palazzo del Podestà
  18. foto palazzo Podestà Il Palazzo del Podestà si trova nel cuore del centro storico, tra Piazza Broletto e Piazza delle Erbe. La sua costruzione iniziò nel 1227 e ancora oggi rappresenta il simbolo della gloriosa epoca storica comunale della città di Mantova. Ancora chiuso al pubblico e sottoposto a un importante restauro iniziato dopo gli eventi sismici del 2012, il palazzo del Podestà in origine non era un corpo architettonico unitario, come oggi lo vediamo, ma accorpava più edifici distinti.


  19. Edicola in stile Liberty
  20. foto edicola Realizzata a fine Ottocento in stile neogotico, un'edicola di giornali in ferro e vetro impreziosisce dal 1925 la centrale piazza Canossa. Un accurato restauro l’ha salvata dal macero e ha permesso di rimetterla in attività. È stata acquistata dal FAI ed è tutt’oggi visitabile.



  21. Domus romana in Piazza Sordello
  22. foto domus romana In Piazza Sordello si trovano i resti dell’antica Domus romana di età imperiale, ritrovati nel 2006 per caso, durante alcuni lavori di scavo, sono oggi visibili al pubblico. La domus ha uno spazio di 50 metri quadrati, un primo locale presenta un pavimento a mosaico bianco e una bordura a più colori il secondo locale ha un mosaico dipinto con motivi geometrici, fiori e animali e due figure riconosciute come Marte e Venere.


  23. Casa di Rigoletto
  24. foto casa del rigoletto La Casa di Rigoletto è una piccola abitazione di epoca quattrocentesca che si trova in Piazza Sordello, alle spalle del Duomo di Mantova, proseguendo in direzione del Castello di San Giorgio. La costruzione nota a tutti come la Casa del Rigoletto, il buffone di corte attualmente ospita la sede dell’ufficio informazioni turistiche di Mantova, ma per secoli fu abitata dai canonici del Duomo. La piccola abitazione presenta un portoncino di ingresso ed un’altana ed ospita nel suo giardinetto anche una statua in bronzo di Rigoletto, opera dello scultore Aldo Falchi e posata nel 1978. L’altana è una loggetta, abbellita da fiori, che gli amanti della lirica amano ricordare come il “balcone di Gilda”.


  25. Torre dell’Orologio
  26. foto torre dell'Orologio Realizzata dall’architetto di corte Gonzaga Luca Fancelli, su commissione di Ludovico II, la Torre dell’Orologio, inaugurata nel 1473 (iniziata 1472-1473), è collocata tra il Palazzo della Ragione e la Rotonda di San Lorenzo, in Piazza Erbe a Mantova. La Torre, di impianto rettangolare, prende la sua denominazione per l’orologio, macchina molto complessa, opera e raffinata invenzione di Bartolomeo Manfredi, astrologo, ma anche matematico e meccanico alla corte Gonzaga.
    L’orologio astronomico, oltre a segnare il trascorrere del tempo, era in grado di indicare la posizione degli astri, segni zodiacali, il tempo, i giorni e le fasi lunari (importanti per i lavori agricoli) e altre indicazioni utili per lo scorrere della vita dei mantovani. Le ore dell’orologio della Torre sono in numeri romani. Orologio e torre addossati al palazzo medievale della Ragione, nel cuore della città mercantile sono il simbolo del potere e della cultura del marchese Ludovico II.


  27. Teatro Bibiena
  28. foto teatro Bibiena Il Teatro Bibiena di Mantova, conosciuto anche con il nome di Teatro Scientifico dell’Accademia, è un capolavoro tardo-barocco costruito tra il 1767 e il 1769. Il Teatro Bibiena, un vero e proprio gioiello settecentesco, fu realizzato su progetto di Antonio Galli Bibiena, per volontà dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Il Teatro Scientifico di Mantova ha una pianta a forma di campana, quattro ordini di palchi e una scena fissa destinata a ospitare concerti e conferenze. Il Teatro fu inaugurato ufficialmente il 3 dicembre 1769. Poco dopo l’inaugurazione, il 16 gennaio 1770, il Teatro ospitò un memorabile concerto di Wolfgang Amadeus Mozart, allora quattordicenne.


  29. Casa del Mercante
  30. foto casa del Mercante Eretta nel 1455, la casa del Mercante fu commissionata da Boniforte da Concorezzo, ricco mercante di lane e stoffe ed è un esempio di architettura di passaggio tra il gotico ed il rinascimento ispirato a Venezia. La casa del Mercante si trova in piazza Erbe a Mantova, essa ha tre piani in cui Boniforte da Concorezzo aveva sempre vissuto e per abbellirla incaricò l’architetto Luca Fancelli di non badare a spese per la ristrutturazione di quella casa che aveva un portico, la bottega a piano terra, l’abitazione e un magazzino negli altri due piani.


  31. Teatro Sociale
  32. foto teatro Sociale Il Teatro Sociale fu eretto tra il 1818 e il 1822, su progetto di Luigi Canonica, architetto allievo del Piermarini, che si ispirò agli schemi e al gusto delle forme neoclassiche. All’esterno presenta una facciata, recentemente restaurata e riportata alla sua originale bellezza, bassa e larga, ma che mantiene la maestosità di un tempio greco grazie alla struttura del pronao a sei colonne sormontato da un frontone triangolare. Il Sociale può ospitare al suo interno circa novecento spettatori, strutturato sul modello canonico del teatro classico dell’Ottocento, ha una platea, tre ordini di palchi e due gallerie. Le decorazioni e gli affreschi che rendono elegante l’interno del Teatro sono opera sia di artisti mantovani, ma vi si possono anche ammirare i medaglioni pitturati da Francesco Hayez, raffiguranti Apollo e Minerva che abbelliscono e decorano la volta della platea.


  33. La casa del Mantegna
  34. foto casa del Mantegna La Casa del Mantegna, il pittore ufficiale dei Gonzaga di Mantova, si trova in via Acerbi, molto probabilmente fu lo stesso Andrea Mantegna a disegnarne il progetto e la sua costruzione iniziò nel 1476 e durò una ventina di anni. Anche se non è certo chi abbia costruito la casa del Mantegna, un’epigrafe scolpita sopra un rinforzo di marmo ne indica la data d’inizio proprio nel 1476. foto casa del Mantegna L’edificio ha la caratteristica di presentare un tondo inscritto in un quadrato così da far pensare alla teoria della quadratura del cerchio e all’Oculo della Camera degli Sposi, dipinta dallo stesso Andrea Mantegna nel Castello di San Giorgio del complesso di Palazzo Ducale. L’artista della Corte dei Gonzaga abitò in questa casa solamente tra il 1496 e il 1502, successivamente Mantegna stesso, nel timore di cadere in miseria perché vittima di molti debiti, vendette la casa a Francesco Gonzaga. Solo negli anni Quaranta del Novecento iniziarono i lavori del suo recupero originario e restauro.


  35. La casa di Giulio Romano
  36. foto casa di Giulio Romano La casa di Giulio Romano a Mantova è oggi una proprietà privata; l’artista Giulio Romano, la acquistò nel 1538 e la fece trasformare e ristrutturare su misura per sé nel 1544, secondo canoni e dettami che ne esaltassero il prestigio anche intellettuale e la scelse come sua dimora di residenza preferita. Una testimonianza di come fosse la Casa quattrocentesca di Giulio Romano la fornisce il Vasari nel 1568 che la descrive dirimpetto alla chiesa di San Barnaba, esternamente con la “facciata fantastica tutta lavorata di stucchi coloriti” e che all’interno era stata fatta “tutta dipingere e lavorare similmente di stucchi”. L’edificio, come lo si può ammirare attualmente, è diverso da come lo aveva voluto Giulio Romano per le modifiche subite nel tempo.


  37. Le Torri di Mantova
  38. foto torre della Gabbia La città di Mantova è ricca di torri che ne testimoniano il passato storico e nobiliare e che la caratterizzano nel suo stile maestoso, ammirabile al suo ingresso dal Ponte di San Giorgio. Le principali torri di epoca comunale che si possono vedere sono: la Torre della Gabbia (la più alta 55 metri), la Torre degli Zuccaro, la Torre dei Boatieri, la Torre dei Gambulini, la Torre del Salaro, la Torre delle Ore (torre del Palazzo Podestà). Oltre una decina di torri di epoca comunale sono andate distrutte e ne restano solo testimonianze nei documenti storici.


  39. Piazza Virgiliana e la statua di Virgilio
  40. foto piazza Virgiliana Vasta e monumentale area verde, piazza Virgiliana prende il nome dal monumento a Virgilio che si erge davanti al lato corto (chiuso da un parapetto) della piazza che si affaccia sul Lago di Mezzo. L’area dell’attuale Piazza Virgiliana, fino al XVIII secolo, era invasa dalle acque paludose del Lago di Mezzo che lì formava un’insenatura ed era anche sede del porto detto di Sant’Agnese (dal monastero omonimo andato distrutto) e venne prosciugata e bonificata nel 1797. In questo anno, sotto la dominazione napoleonica, fu realizzata la piazza-giardino in onore del poeta Virgilio. La struttura della piazza è a emiciclo rettangolare formato da: dal lato corto, verso il Lago di Mezzo, si ammira il monumento a Virgilio, gli altri lati si estendono lungo vie con edifici di gusto neoclassico, tra i quali il Museo Diocesano di Arte Sacra “Francesco Gonzaga” (anticamente sede del convento di Sant’Agnese). I giardini della piazza sono ricchi di filari di alberi che ne delimitano il perimetro e di aiuole verdi, a prato. Il monumento al sommo poeta mantovano Virgilio è stato, nel corso del tempo, più volte distrutto e ricostruito. La statua che si può ammirare ai nostri giorni è in bronzo, su disegno di Luca Beltrami del 1927, è stata realizzata dallo scultore milanese Emilio Quadrelli. La statua bronza attualmente ammirabile in Piazza Virgiliana si trova in posizione centrale, dove venne abbattuto l’ottocentesco anfiteatro austriaco. Ai lati della statua bronzea di Virgilio si trovano due gruppi marmorei che rappresentano la Poesia Eroica e la Poesia Pastorale.


  41. La casa di Sparafucile
  42. foto casa di Sparafucile La Casa di Sparafucile si trova a Mantova appena oltrepassato il Ponte di San Giorgio. L’edificio è una costruzione medievale, che un tempo faceva parte della cinta fortificata della Lunetta, che serviva a proteggere l’accesso al Ponte di San Giorgio. Tra il 1970 e il 1990 circa, la Rocca di Sparafucile ospitava l’Ostello della Gioventù di Mantova.


  43. Arengario e Palazzo del Massaro
  44. foto Arengario e palazzo del Massaro Il Palazzo del Podestà, a fianco della sua facciata su Piazza Broletto, ha anche vicini altri edifici di epoca comunale: l’Arengario (che collega il palazzo del Podestà agli ex magazzini generali) e il palazzo del Massaro. L’Arengario è stato costruito intorno al 1300, è a forma di grande arco a tutto sesto, si presenta, a partire dall’alto, come una galleria di passaggio con colonnine che reggono degli archetti, due finestre trifore e l’arco che forma un voltone decorato da pietra bianca e cotto rosso alternati.


  45. Palazzo San Sebastiano
  46. foto palazzo di san Sebastiano Il Palazzo San Sebastiano, ora sede del Museo della Città di Mantova, fu costruito per volontà di Francesco II Gonzaga tra il 1506 e 1508 per ospitare i Trionfi di Cesare del Mantegna e divenne la residenza privilegiata del Marchese. Il Palazzo si trova sull’asse viario del cosiddetto “Percorso del Principe”, nelle vicinanze dell’isola del Te. Situato dove un tempo sorgeva Porta Pusterla, nella terza cerchia di mura volute dai Gonzaga a difesa della città di Mantova nel ‘400. La storia di Palazzo San Sebastiano, dallo splendore iniziò un periodo di decadenza ed abbandono, a partire dalla fine del Cinquecento, pur essendo ancora abitato. Nel Seicento furono vendute le grandi tele dei Trionfi, Vincenzo I Gonzaga fece togliere alcuni dei pregevoli soffitti dorati per portarli ad ornare i suoi nuovi appartamenti in Palazzo Ducale. Nel corso dei secoli a seguire il Palazzo San Sebastiano fu utilizzato come caserma, ospedale e anche lazzaretto fino alla fine dell’Ottocento. Successivamente diventò sede di un esercizio pubblico e di abitazioni private fino al 2002, anno che segna l’inizio del progetto di recupero e restauro ultimato nel 2004 con l’inaugurazione del Palazzo San Sebastiano a sede del Museo della Città.
    In una sala del Museo della Città sono esposte delle copie seicentesche dei nove “Trionfi di Cesare” dipinti da Andrea Mantegna (ora conservati a Londra) e anticamente conservati proprio all’interno del Palazzo di S. Sebastiano. Si possono ammirare inoltre sculture classiche e rinascimentali provenienti dal Museo Statuario dell’Accademia e una raccolta di dipinti ed affreschi del ‘400 e ‘500 mantovano.


  47. Sottoportico dei Lattonai
  48. foto sottoportico dei lattonai Un suggestivo scorcio di Mantova è il sottoportico dei Lattonai che mette in comunicazione Piazza delle Erbe con Piazza Broletto. Si trova nel corpo di fabbrica del Palazzo del Podestà ed è un passaggio coperto che prende il nome “Lattonai” da una delle attività commerciali del cuore medievale di Mantova.